martedì 26 maggio 2015

Balboni e Peretti Campioni Europei

La vita di una canottiere è fatta di sogni, e ogni allenamento lungo ed estenuante ti fa pensare a tutto e a nulla. Tra i sogni di Giovanni Balboni e Riccardo Peretti c’era sicuramente un giorno come quello che hanno vissuto domenica, avveratosi sul bacino di Racice, in Repubblica Ceca, sede dei campionati europei Under 18. 
Balboni, cussino doc cresciuto a Ferrara e spina dorsale del gruppo giovanile di coach Braghiroli, è alla prima esperienza internazionale, conquistata a suon di medaglie nazionali e prestazioni da applausi. Peretti, nato a Verbania e tesseratosi a Ferrara pochi mesi fa, ha una voglia feroce di guadagnare il gradino più alto del podio dopo un argento tricolore, un bronzo mondiale e un argento europeo lo scorso anno. Ai due cussini si aggiungono il toscano Lapo Londi, già azzurro senza fortuna lo scorso anno, Leonardo Calabrese, romano già medaglia di bronzo sull’otto ai mondiali 2014, e Francesco Tassia, giovane napoletano di esperienza con un oro allo scorso mondiale e mago del timone del quattro con. Tra i cinque atleti azzurri si crea subito sintonia, data dalla consapevolezza che questo potrebbe essere l’anno di grazia agli europei, prima tappa di una stagione che sta scorrendo sul binario giusto. La batteria del sabato è una passerella, tutti gli equipaggi temibili finiscono nelle altre eliminatorie e per l’armo azzurro la gara è poco più di un allenamento con Serbia e Croazia incapaci di intimorire. Scongiurato il rischio dei ripescaggi e di una tirata in più in acqua, i cinque azzurri scendono nel buio della concentrazione, una miscela esplosiva di incoscienza per l’inesperto ma glaciale Balboni, di determinazione per chi quell’europeo vuole vincerlo ad ogni costo, e di speranza per chi lo ha già vinto e vuole mostrare agli altri come si fa.  Se è vero che la perfezione nel canottaggio non esiste, il quattro con azzurro regala al pubblico la gara di domenica, che ci si avvicina così tanto da far saltare sulle sedie delle tribune. L’Italia, al centro del campo di regata, macina colpo su colpo la sua vittoria con un distacco che lentamente aumenta nei primi 1000 metri, con Bielorussia e Ucraina che si rincorrono e Turchia, Serbia e Croazia che girano a vuoto. Dopo un attimo di pausa per valutare le energie residue la barca azzurra ricomincia a colpire in acqua incurante delle bagarre tra i due equipaggi alla ricerca dell’argento, a cui si aggiunge la rinata Turchia, con un distacco impressionante per una finale europea che si attesta sui cinque secondi. Nessun rischio, nessun sussulto, la prua italiana taglia per prima il traguardo come se fosse la cosa più semplice da fare. 
Per i cussini Balboni e Peretti è la prima affermazione internazionale, la prima tappa di una strada che porta al titolo iridato che Michele Savriè a Ferrara ha già percorso, dieci anni fa, con il bis europeo – mondiale unico nella storia del remo nostrano. Nella gioia di una medaglia d’oro, di un inno da cantare, del risultato vincente di mesi e mesi di lavoro, ci saranno ancora molti allenamenti in cui, tra il tutto e il nulla dei pensieri di un canottiere, si può sognare di andare oltre la fatica fino alla meta ultima del 2015, il mondiale di Rio de Janeiro.


Davide Ghidoni